Sunday, June 30, 2013

Concept





Il progetto è orientato al coinvolgimento attivo di alcuni nuclei di cittadini rivolesi nella presentazione, quanto più possibile spontanea, autentica della loro vita quotidiana, attraverso l’ausilio di registrazioni audiovisive. La finalità è di offrire uno spaccato del contesto sociale, pubblico e privato, della città di Rivoli.

L’orizzonte di fondo è arrivare ad una forma di identificazione della cittadinanza con il Castello, elementi che sono spesso percepiti, paradossalmente, come due corpi distinti. Tale identificazione avverrà sia da un punto di vista reale, in quanto il filmato sarà ospitato all’interno del Castello (e i cittadini saranno quindi effettivamente presentati nel castello), sia da un punto di vista ideale, perché i cittadini, partecipando attivamente al progetto, vivranno un avvicinamento agli ideali del museo.

Le riprese saranno condotte in due direzioni.

Il primo nucleo di riprese si focalizzerà su un gruppo di cittadini, da individuare all’interno dei diversi “centri” che caratterizzano il territorio cittadino. La prima importante fase del progetto sarà pertanto dedicata al reperimento di cittadini interessati ad una collaborazione, ponendo una particolare attenzione a quelle tipologie sociali normalmente non interessate alle attività del museo. Questa fase si avvarrà anche di reti più o meno formali di cittadini già costituite sul territorio, a partire delle associazioni, i comitati di quartiere, i gruppi informali. Dopo aver individuato i soggetti aderenti, l’azione di ripresa sarà diretta ad alcune azioni e ritualità comuni a tutti i contesti domestici, quali, ad esempio, i pasti, l’uso del tempo libero, i riti legati alle attività lavorative, ecc. 

Il secondo nucleo di riprese sarà invece diretto ad alcuni luoghi urbani destinati alla sosta, all’incontro o agli spostamenti presenti nel contesto urbano, quali incroci automobilistici, piazze, strade, centri commerciali, ecc.

Se le immagini dedicate alla dimensione privata saranno riprese frontalmente, all’interno di stanze o ambienti legati alla quotidianità domestica, le riprese esterne, riferite alla dimensione pubblica, saranno riprese dall’alto con l’ausilio di piattaforme aeree mobili. In questo modo sarà possibile osservare frontalmente la vita domestica, stimolando un confronto personale e un’identificazione con i soggetti filmati, mentre si potrà fruire di un quadro d’insieme, distaccato e analitico, del contesto delle relazioni urbane.

Affiancando questi due gruppi di riprese, sarà possibile mostrare cosa capita normalmente nel tessuto urbano e sociale ed evidenziare la quotidianità della città, sottolineando la separazione, ma al contempo evidenziando il rapporto fra la dimensione pubblica e quella privata.

Il filmato che conseguirà alla selezione e al montaggio dei materiali acquisiti sarà accompagnato da un montaggio audio, composto da un lavoro parallelo e funzionale alle riprese. I brani contenuti su tale traccia audio saranno selezionati a partire dal materiale ottenuto registrando le reazioni di alcuni passanti, sottoposti all’osservazione di alcune riproduzioni fotografiche delle opere presenti nella collezione permanente del Castello. Al pari dei materiali video, anche queste reazioni non vogliono essere indotte forzosamente e devono intendersi più come spontanea associazione di idee o come suggestione, non pilotata e condizionata nella misura strettamente necessaria a suscitare un flusso di pensiero, un commento, una reazione vocale.

In nessuna fase del progetto è presente un copione da rappresentare, l’intento è di presentare tale e quale la quotidianità dei soggetti ripresi e di ottenere dei pensieri e delle suggestioni spontanee in riferimento ai temi presenti nella collezione.

L’idea generale che sottende l’intero progetto consiste nell’attribuire alla dimensione quotidiana contemporanea una dignità narrativa, capace di raccontare la nostra epoca al pari dell’arte contemporanea contenuta nel Museo del Castello di Rivoli. Questa elevazione del quotidiano al rango dell’arte (nonché le azioni quotidiane di una comunità al rango dell’attività estetica), trova un riferimento in alcuni interventi operati da alcuni artisti presenti nella collezione del Castello di Rivoli (da Maurizio Cattelan a Marzia Migliora, da Vanessa Beecroft a Michelangelo Pistoletto, fra gli altri) e più in generale risponde ai criteri che fanno capo all’estetica relazionale. Queste modalità ci paiono le più adeguate per valorizzare il rapporto fra il Castello di Rivoli e la sua comunità di riferimento, che poniamo al centro di questo intervento.

La particolarità e il valore aggiunto di questo intervento riteniamo che risieda principalmente nell’attenzione riservata al cosiddetto non pubblico – coloro i quali, per scelta o per un’effettiva barriera di tipo soprattutto culturale, non frequentano il museo –, che riteniamo debba essere al centro di un museo che si occupa di contemporaneità. Con l’intervento qui proposto, il non pubblico non solo diverrebbe più facilmente un pubblico potenziale, ma, per la particolare modalità di realizzazione del progetto, diventerebbe direttamente oggetto di un intervento progettuale del museo stesso, ribaltando e al contempo ampliando il rapporto esistente fra l’opera e il fruitore.

Infine riteniamo che questo progetto possa costituire uno strumento efficace per una successiva valutazione delle modalità adottate e la base per un loro eventuale riutilizzo nell’ambito di un progetto più ampio che possa comprendere frange più ampie della popolazione.